Il TCS Sezione Ticino ha festeggiato i 100 anni di vita nel 2014. Il «Centenario» di TCS Ticino é stato pure l’occasione di rivivere un secolo di storia nell’ambito della mobilità su strada e nel contempo lanciare uno sguardo verso futuro.
100 anni della Sezione Ticino
Come antipasto e per meglio introdurre questo giubileo si è
realizzata una versione digitale del libro curato da Guido Locarnini,
persona di spicco del giornalismo ticinese, intitolato «Aspetti e
problemi del Ticino», che nel 1964 riassunse l’attività dei primi 50
anni del Club e analizzò la mobilità e il turismo verso il futuro.
Il documento, che comprende collaborazioni di Mario Agliati, Basilio
Biucchi, Bruno Caizzi, Giuseppe Curonici, Bruno Legobbe e Argante
Righetti, è da scoprire e leggere on line.
A Lugano fu fondata la prima Sezione cantonale dell’Auto-Touring Svizzero. L’attività iniziò subito nel 1914.
Già all’inizio del ‘900 esisteva in Ticino un piccolo gruppo di soci del TCS che si occupava dei problemi che incontravano i ciclisti sulle fatiscenti e polverose strade d’allora. Nel 1913, la bicicletta era oramai entrata nei nostri costumi e i regolamenti erano uguali dappertutto. Non era lo stesso per gli automobilisti, i quali avevano dei denigratori impenitenti e dei nemici formidabili che avvaloravano fra la gente l’antipatia per la locomozione motorizzata. Questi «moderni» mezzi di locomozione non avevano ancora libero accesso su tutte le strade e tutti i giorni. In alcuni Cantoni non potevano circolare e molte strade e passi alpini erano loro preclusi. C’era il problema della polvere sollevata al loro passaggio e comparvero anche i primi «chauffards» che mettevano a repentaglio l’incolumità di pedoni, animali e cose. In più, non mancavano agenti di polizia automofobi che, senza tatto e misura, infliggevano multe a dritta e a manca, a svizzeri e stranieri. Per uniformare i regolamenti furono organizzate delle Conferenze intercantonali, ma non tutti i Cantoni vi aderirono. Inoltre, gli automobilisti che intendevano recarsi in Italia, dovevano avere il «Trittico» (documento per l’importazione temporanea) e pagare la tassa di circolazione italiana se il soggiorno si prolungava più di tre giorni. Tutto ciò, oltre ai costi, comportava un dispendio non indifferente di tempo.
La Fondazione della Sezione
Fu, in effetti, quest’ultimo problema a spingere Rinaldo Rusca di
Chiasso a proporre ai soci del Club di creare la prima Sezione cantonale
e, ottenuto il pieno appoggio dalla direzione centrale, inviò una
lettera a tutti gli associati il 27 aprile 1913:
«Prendendo argomento dalle nuove e ripetute pratiche esperite di questi giorni con ogni energia dal Touring Club Svizzero in merito all’abolizione del pagamento della tassa di circolazione italiana, che vien richiesta ingiustamente a chi domanda una seconda bolletta di temporanea importazione per loro veicolo, riteniamo sia venuto il momento di formare anche qui nel Ticino una Sezione dell’Auto Touring Suisse per difendere il nostro interesse e trattare tutte le questioni di turismo e di viabilità che interessano nostro Cantone».
L’idea di fondare la Sezione fu sostenuta calorosamente e fu indetta una prima assemblea dei soci il 22 novembre 1913 al Ristorante del Monte Ceneri. Domenica, 7 dicembre 1913 al Caffè del Kursaal di Lugano si svolse la seconda adunanza, che decise formalmente la fondazione della Sezione dell’Auto-Touring Ticino, approvando gli statuti, nominando gli organi direttivi, presieduti da Riccardo Lucchini, e decidendo il programma d’attività.
I soci del TCS in Ticino erano già un centinaio e con la creazione della Sezione in pochi mesi se ne aggiunsero subito altri 70. Il numero di aderenti era già importante, se pensiamo che il primo censimento, fatto in Ticino nel 1915, contò 130 auto e 135 moto! La tassa sociale fu fissata in CHF 5.-, coll’obbligo di far parte quale socio attivo del Touring Club Svizzero e della neo-costituita (1911) Sezione Auto-Touring Suisse, con sede a Ginevra.
L’attività del 1914
I
primi successi furono immediati: il 19 febbraio 1914 l’Auto-Touring
Ticino annunciava sulla stampa che erano stati raggiunti gli accordi con
le Autorità italiane e con le Dogane svizzere e che i soci del TCS
avrebbero ricevuto gratuitamente dal Club il «Trittico» per l’Italia,
senza alcun deposito di denaro in garanzia. Nello stesso scritto
s’informava della possibilità di ottenere sconti presso fornitori di
benzina, pneumatici e lubrificanti, facilitazioni su funicolari,
ferrovie e compagnie di navigazione sui laghi. Così, furono poste le
basi per tutta una serie di attività e avvenimenti che tracciarono il
futuro dell’Auto-Touring Ticino. Fu edita una guida turistica del Canton
Ticino e organizzato, il 14 giugno 1914 una prima escursione a Bignasco
in Valle Maggia, alla quale parteciparono ben 20 automobili e 15
motociclette con sidecars. Particolare attenzione ebbe da subito la
sicurezza stradale con interventi presso il Dipartimento Costruzioni per
segnalare tratti di strade che richiedevano cure importanti e alberi da
tagliare posti in curve e tornanti pericolosi per le auto e le moto. Fu
istituito un premio per i migliori cantonieri stradali e posati dei
cartelli nei punti più pericolosi delle strade. Il Comitato intervenne
presso i Cantoni di Uri e dei Grigioni affinché aprissero alla
circolazione motorizzata il San Gottardo e il San Bernardino, così da
permettere ai ticinesi di raggiungere la Svizzera interna e facilitare
ai confederati e agli stranieri il turismo nella nostra Regione. Da
segnalare pure una nota di merito in quel difficile 1914: l’Assemblea
dei soci del 22 novembre decise di dimezzare la tassa sociale per venir
incontro a molti soci in difficoltà a causa della guerra!
L’inizio della struttura federalista
Questa
prima «decentralizzazione» segnò l’inizio della struttura federalista
del Club che si dimostrò subito pagante, perché permise di conoscere e
risolvere meglio le esigenze dei soci e le peculiarità locali legate
alla politica dei trasporti, del turismo e della sicurezza stradale,
senza dimenticare le ragioni economiche e sociali d’interesse generale.
L’affiliazione di nuovi soci, la sviluppo di moderni servizi e la difesa
degli interessi comuni divenne più facile, tale che i successi li
conosciamo tutti. A distanza di tanto tempo, dobbiamo però, anche porci
qualche interrogativo: siamo sempre sulla strada giusta? Quei pionieri
nel 1913 ebbero la capacità di anticipare le esigenze dei soci e della
società: grazie a quest’ultra centenaria esperienza, ci auguriamo che il
TCS continui a restare sempre giovane e innovativo nello spirito e
nella filosofia, mantenendo in sé la pura essenza del Club.
Renato Gazzola