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Rwanda in moto, il Paese dalle mille colline

Dopo aver visitato il Sudafrica e il Marocco a bordo della sua moto preferita, la Royal Enfield, Marilena ha intrapreso il suo terzo viaggio nel continente africano: quello nel Rwanda.

03 novembre 2022
Rasa

Chi sono?

Mi chiamo Marilena, abito in Capriasca, sono appassionata di viaggi in moto particolarmente avventurosi, in luoghi che difficilmente sarebbero raggiungibili se non con il supporto di un’organizzazione ben strutturata. Prediligo questo approccio al viaggio, completamente differente dal giro vicino a casa e dalla gita fuori porta di qualche giorno. Il feeling e le sensazioni provate in questi casi sono indescrivibili e consentono di avere un contatto più intimo con il paese visitato.
Dopo aver visitato il Sudafrica e il Marocco è la volta del mio terzo Paese: l’Africa centrale, nello specifico, il Rwanda.
Ha un territorio a maggioranza montuosa. Il clima è temperato, la media dell’anno è di circa 20 gradi, anche se le precipitazioni non sono abbondanti vengono considerate come stagione delle piogge da marzo a maggio e da ottobre a dicembre.
La principale catena montuosa è quella dei monti Virunga (circa 2700 m di altezza media), sono presenti anche alcuni vulcani ancora in attività e diversi fiumi che attraversano il paese, il più importante è il Kagera mentre il lago più esteso è il Kivu (che confina con il Congo).

Il diario di Marilena, Associazione Motociclisti Ticinesi.

Il tour in moto è durato 7 giorni, questo è stato l’itinerario:
Kigali - Lago Burera – Gysenyi – Kibuye – Kitabi - Bugesera – Akagera- Kigali, per un totale di circa 1’000 km, percorsi su strade asfaltate e piste bianche (sterrato, roccia e sabbia rossa). L’organizzatore, un’agenzia francese denominata Vintage Rides, ha inoltre provveduto – come d’abitudine – al noleggio delle moto Royal Enfield, in questo caso delle Classic 500.


GIORNO 1
Partiamo per raggiungere la prima tappa, il lago Burera, lasciamo quasi subito l’asfalto per una strada sterrata ricoperta di terra rossa, che a fine giornata ci avrà completamente avvolto, e dopo questa breve tappa - anche per gli ultimi accorgimenti alle moto - ripartiamo per raggiungere l’hotel con vista sul lago Burera.
Il terreno è parecchio accidentato, le buche sono ampie a volte difficili da vedere a causa della polvere sollevata. Il percorso è tutto un sali/scendi, ecco perché “paese dalle mille colline”.
Attraversiamo diversi paesi, la cui povertà è ben visibile, mentre noi diventiamo l’attrazione per gli abitanti del luogo, ad ogni nostro passaggio.
A causa di un tratto stradale in costruzione, piuttosto pericolante e pieno di sassi mal distribuiti, la ruota si blocca tra due di essi e per poco rischio di incappare in una rovinosa caduta, proprio in prossimità dell’hotel presso il quale alloggiamo. Penso: «non male per essere il primo giorno». L’hotel è suddiviso da diversi lodge, ognuno con terrazzo privato, molto spartano ma carino, e con piacere scorgo un camino che scalda l’ambiente freddo, complice la giornata di pioggia.

GIORNO 2
Partenza alle 10:00 per raggiungere il centro Diane Fossey, dove una parte del gruppo decide di provare l’escursione nella foresta dei gorilla in mattinata.
Riprendiamo subito una strada sterrata, con terreno roccioso e vulcanico, facendo tante piccole pause per ammirare il paesaggio.
Su dieci persone siamo solo due motocicliste - altre due anche se motocicliste preferiscono fare da passeggere - e veniamo osservate con curiosità dalla molta gente che incontriamo sul percorso in quanto le donne, da queste parti, solitamente non guidano le moto. Una donna del luogo mi confida che secondo gli uomini del posto, le donne sono troppo deboli per condurre un mezzo a due ruote motorizzate.
Il verde delle colline è meraviglioso, pieno di terrazze che scendono a valle coltivate. È l’ultimo tratto su asfalto per raggiungere Gysngyi, dove trascorreremo la notte, sulle sponde del lago Kivu.
Col tramontare del sole, ammiriamo molti pescatori uscire a bordo della propria barca, e, con il calare del buio, ci gustiamo un piccolo spettacolo con musicisti e ballerini. La temperatura sale e anche il meteo migliora.


GIORNO 3:
La tappa successiva è Kibuye, che parte subito con una strada sterrata, molto dissestata, e con un paio di punti critici da superare. Li eseguiamo uno alla volta, non senza difficoltà e con qualche aiutino ma, nonostante ciò, due del gruppo cadono, fortunatamente senza conseguenze. L’ultimo tratto del percorso, prima di raggiungere l’hotel, è invece da percorrere su strada asfaltata. Il luogo è davvero spettacolare, piccoli lodge sparsi qua e là, una serie di scale porta alla spiaggetta in riva al lago.
Facciamo una breve gita in barca per visitare un’isola di piccole dimensioni abitata da scimmiette.
A malincuore lasciamo Kibuye.


GIORNO 4
Costeggiamo per buona parte il lago, entriamo poi in una foresta che ci porterà a Kitabi, ma prima facciamo una sosta al Nyungwe National Park, due ore di passeggio, durante le quali attraversiamo un ponte sospeso che ci permette di capire la grandezza del parco e l’altezza delle piante.
A mano a mano che saliamo di altitudine percepiamo l’escursione termica, arrivando a Kitabi. Anche qui le camere sono sparse, la tranquillità è garantita.

 
GIORNO 5
Dopo la colazione riprendiamo la strada a bordo delle nostre moto, sull’ormai consueto manto stradale sterrato e ricco di polvere rossa, per raggiungere Bugesera. Il panorama varia parecchio: colline, fiumi e terreni acquosi coltivati.
Al nostro arrivo in hotel, ci accoglie una signora francese, la proprietaria dell’attività, la quale poco dopo, consegna a tutti un simpatico kimono (da lei cucito) da indossare durante la cena.
Ci racconta che questa “tradizione” è nata per caso, a causa dello smarrimento dei bagagli da parte di un gruppo antecedente il nostro. Non avendo degli abiti di ricambio, la signora aveva consegnato loro un kimono. Da quel momento, a tutti i gruppi che arrivano in moto presso la sua struttura, viene offerto un kimono.


GIORNO 6
La penultima tappa prevede: mezza giornata alla guida delle nostre moto e l’altra metà da trascorrere facendo un piccolo safari nel parco di Akagera. Ci vediamo infatti costretti, prima del safari, a lasciare le moto posteggiate in un piccolo hotel nei pressi del parco, in quanto impossibilitati a lasciare i nostri mezzi a due ruote all’Akagera Hotel, dove trascorreremo la notte ma dove non è consentito arrivare in moto.
La struttura è enorme, le camere di standard superiore, molto comode e curate, ho anche un piccolo balcone che affaccia sulle piscine con una vista a perdita d’occhio.


GIORNO 7
Oggi ultimo giorno in moto, evitiamo l’asfalto, quindi costeggiamo il lago Muhzai.
Che dire, ora capisco quando si parla di Mal d’Africa.
Gli ultimi giorni a Kigali li sfrutto per visitare il Kandt House museum e il Genocide Memorial (a visitarlo sembra di ricevere dei pugni nello stomaco).
Kigali è molto estesa, con molti sali/scendi, visitarla a piedi è complicato, utilizziamo quindi le moto taxi, veloci ed economiche. La città è molto trafficata; quindi, in moto si riesce a evitare le code.
Purtroppo il paese è noto per genocidio avvenuto circa 30 fa, quindi ci sono ancora molti pregiudizi, personalmente mi sono trovata benissimo, ho trovato tanta gentilezza e cortesia, ho utilizzato i mototaxi gli ultimi giorni per visitare Kigali e non mi sono mai sentita in pericolo.


Qui sotto trovate alcune foto del mio viaggio.


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Telefono +41 91 935 91 35
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