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Sicuri su due ruote

Non tutti i ciclisti circolano in modo sicuro. Vi presentiamo una panoramica di cosa è indispensabile e di cosa può rivelarsi utile.

Ogni anno si verificano oltre 3000 incidenti in bici con morti e feriti. È pure allarmante che solo il 50% dei ciclisti metta il casco. La sicurezza in bici dipende da fattori quali l’equipaggiamento del mezzo, gli indumenti protettivi, la visibilità, l’infrastruttura e il comportamento. Sul mercato c’è un’ampia offerta di articoli per la sicurezza.

Un presupposto importante è che la bici soddisfi i requisiti tecnici e sia mantenuta in ottime condizioni. Siccome non sono soggette a collaudo obbligatorio periodico, le lacune vengono contestate unicamente durante i controlli di polizia. Lo stato generale dei cerchi, pneumatici, freni e dell’illuminazione va esaminato periodicamente dallo stesso ciclista su base volontaria o da uno specialista. 

La legge prescrive 

  • un impianto d’illuminazione anteriore di colore bianco e posteriore di color rosso
  • freni su entrambe le ruote
  • catarifrangenti
  • copertoni a camera d’aria o di altro tipo altrettanto elastico
  • pedali con catarifrangenti davanti e dietro

Casco e airbag

Il TCS raccomanda di indossare il casco anche sulle bici convenzionali e sulle e-bike fino a 25 km/h, nonostante il casco da bici (a norma SN EN 1078) sia obbligatorio solo per le e-bike veloci (ora è consentito pure per i ciclomotori). I caschi costosi non sono necessariamente migliori di quelli a buon mercato. L’importante è che si adattino bene alla testa, che non traballino e siano comodi. Le cinghie davanti e dietro le orecchie e sotto il mento devono essere ben tese, ma non tanto da far male. Il bordo anteriore dovrebbe appoggiare due dita sopra la radice del naso. In questo modo il volto è ben protetto in caso di caduta. I caschi vecchi o danneggiati da cadute andrebbero sostituiti, anche quando i danni non sono visibili. 

I caschi con illuminazione integrata, ad esempio con luci anteriori e posteriori, frecce e luci dei freni, sono permessi e assicurano una visibilità maggiore. Però non sostituiscono l’illuminazione della bici. Un’alternativa al casco è l’Hövding 2.0 Airbag, che viene indossato come un collare e in caso di caduta dovrebbe proteggere pure il collo e la nuca, oltre alla testa.

Visibilità fondamentale

Sull’imbrunire e di notte il rischio d’incidente per i ciclisti è tre volte superiore che di giorno. Di notte con pioggia, neve o in controluce, il rischio si moltiplica addirittura per dieci. Per questo motivo l’illuminazione svolge un ruolo fondamentale per evitare gli incidenti in bicicletta. Per ottenere una buona visibilità è permesso quasi tutto, ma vanno rispettate alcune regole. Se ci sono i fari obbligatori, ma a bassa luminosità, si può aggiungere un’ulteriore illuminazione. Non c’è un limite al numero di luci supplementari, ma non devono abbagliare e inoltre devono soddisfare determinati requisiti cromatici. Sono ammessi pure gli indicatori di direzione, a patto che non si usino altre luci lampeggianti. Le frecce hanno vantaggi e svantaggi: da un lato vengono effettivamente rilevate prima dagli altri utenti della strada, dall’altra fanno valutare peggio la velocità e la distanza.

Se orientati male, i moderni fari per bici molto potenti rischiano di abbagliare il traffico in senso contrario. Dunque non sono consigliati a meno che non siano dotati di un regolatore d’intensità.

Vedere ed essere visti

I ciclisti vestiti di scuro sono riconoscibili a una distanza di 25 metri, quelli che indossano vestiti chiari con colori sgargianti o fluorescenti lo sono a una distanza di 40 m, mentre quelli che indossano elementi riflettenti sono visibili già da 140 metri. Sul mercato si trovano poi componenti speciali con illuminazione integrata, ad esempio pedali dotati di una dinamo che girando accendono dei LED. Da un punto di vista legale, i pedali con le frecce integrate non sono ammessi. Infatti, non sono chiaramente identificabili come indicatori di direzione, dunque non esentano dall’obbligo di segnalare con la mano il cambio di direzione. Allo stesso modo, sono ammesse luci gialle sulla parte anteriore, posteriore e laterale dei pedali, ma non valgono come illuminazione. Infine, bisogna attenersi ai colori prescritti anche se si usano accessori come i cappucci delle valvole dei copertoni alimentati a batteria, che lampeggiano quando gira la ruota, o i catarifrangenti sui raggi a illuminazione attiva. Ma la regola generale rimane sempre valida: una buona visibilità sulla due ruote è fondamentale per la sicurezza.

Protezione bici sull’auto

La protezione dei ciclisti è un aspetto sempre più importante nello sviluppo delle nuove vetture e di veicoli pesanti. A seconda della situazione, pure il controllo adattivo della velocità (ACC) basato su radar e l’assistente alla frenata d’emergenza (AEB) riconoscono le bici. Un sensore radar sul frontale del veicolo scansiona una sezione conica davanti all’auto. Il sistema di assistenza alla guida riconosce gli oggetti in base ai raggi radar riflessi. L’ACC assicura che la velocità dell’auto venga adattata a quella dei veicoli che precedono, in modo da rispettare sempre la distanza di sicurezza.

CONSIGLI TCS

  • Le piste ciclabili e le corsie ciclabili non sono facoltative, ma devono essere usate. 
  • Al tramonto, di notte e in galleria, la bicicletta deve circolare almeno con una luce bianca anteriore costante e una rossa posteriore.
  • Le illuminazioni supplementari sono consentite se non abbagliano gli altri utenti della strada e corrispondono ai colori prescritti.
  • I caschi e i pedali luminosi sono ammessi, ma non sostituiscono i fari della bici o i segnali con la mano.
  • Gli indicatori di direzione sono ammessi se sono gialli e montati in coppia in modo simmetrico. Indossare il casco da bici anche sulle biciclette e sulle e-bike lente (sui ciclomotori a scelta un casco da bici o da moto).
  • I caschi con airbag offrono una buona protezione, ma non sono autorizzati su ciclomotori ed e-bike veloci. Gli indumenti con elementi riflettenti sono visibili già a 140 metri di distanza.
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