Pubblicare dei post sui social media come persona privata, durante l'orario di lavoro è consentito solo in casi eccezionali e in misura limitata. Un divieto totale è viola generalmente i suoi diritti personali.
In linea di principio, il suo capo non può controllare sistematicamente la Sua condotta sul posto di lavoro. Se il Suo capo deve imporre restrizioni a causa della Compliance esterna o delle norme di sicurezza, queste dovranno essere applicate al caso preciso e puntualmente.
La Sua datrice di lavoro può determinare nel regolamento in vigore se, e come, è consentito l'uso privato di un computer aziendale o di un telefono cellulare aziendale. Tuttavia, un semplice regolamento in uso non autorizza il Suo capo a registrare e controllare il Suo comportamento personale di navigazione.
Egli deve prima informarLa sulle norme d'uso e sul loro contenuto. In linea di principio, può controllare solo se ha il sospetto giustificato che Lei stia utilizzando l'infrastruttura aziendale a scopi privati. Questo è il caso, ad esempio, se il Suo rendimento non è più soddisfacente e Lei utilizza molto spesso i social media per ragioni private durante l'orario di lavoro.
In casi eccezionali e in misura limitata, è possibile utilizzare i social media a scopi privati sul proprio cellulare e durante l'orario di lavoro. La datrice di lavoro ha il diritto di imporLe delle regole e può anche richiederLe di spegnere completamente il Suo cellulare privato durante l'orario di lavoro.
La datrice di lavoro non può, invece, vietarLe l'uso del cellulare privato durante le pause; in casi eccezionali, ad esempio per motivi di sicurezza, è tuttavia possibile l'imposizione di un divieto totale.
Quello che Lei fa durante il Suo tempo libero riguarda la Sua privacy e non riguarda il Suo datore di lavoro. Tuttavia, quando si effettuano post che riguardano il datore di lavoro, bisogna essere consapevoli del fatto che difficilmente rimangono privati.
È Lei a decidere di volta in volta quando le Sue pubblicazioni sui social media escono dal contesto "privato". Non dimentichi che, le pubblicazioni fatte su gruppi aperti e accessibili sono pubbliche. Anche i post su gruppi chiusi ma con un gran numero di membri (cfr. lexNews), sono da considerarsi "pubblici".
La libertà di espressione garantita dalla Costituzione si applica anche ai social media. Il dovere di fiducia previsto dal diritto del lavoro, tuttavia, limita questo diritto. Se, ad esempio, si postano insulti grossolani o offensivi sul proprio capo o sulla propria datrice di lavoro sui social media, un tribunale potrebbe decidere, ad esempio, che il licenziamento sia per questo motivo giustificato: così facendo, viola il Suo dovere di fiducia e compromette la collaborazione all'interno dell'azienda.