Con l’estate alle porte il TCS ha affrontato
il tema del surriscaldamento dell’abitacolo
dell’auto, potenzialmente una
trappola mortale per gli occupanti più
vulnerabili. Il test si è svolto in un laboratorio
climatizzato con proiettori UV
presso l’EMPA a Duebendorf così da
simulare una tipica giornata estiva europea.
Si sono analizzate le colonnine
di mercurio all’interno delle vetture testate,
paragonando l’influsso del colore
della carrozzeria e dell’uso o meno della
pellicola parasole sul parabrezza. Inoltre
i tecnici hanno esaminato la situazione
che viene a crearsi con i finestrini aperti,
espediente usato da molti nella speranza
di ritrovare l’auto lasciata al sole in condizioni
più vivibili.
Il termometro raggiunge, in un’auto di color bianco, temperature da 25 a 55 gradi, mentre in un’auto nera, nello stesso tempo, segna 70 gradi. In seguito, la temperatura non aumenta più così velocemente: dopo un’ora, la vettura bianca supera i 60°C, mentre quella nera gli 80°C.
Un veicolo di color nero assorbe di più i raggi solari, quindi si riscalda più velocemente e maggiormente. Tuttavia, le due carrozzerie raggiungono una temperatura talmente elevata che un semplice contatto può causare bruciature e danni alla pelle.
Indipendentemente dal colore della carrozzeria, l’abitacolo si surriscalda più o meno in modo uguale. Anche in questo caso, le temperature possono raggiungere velocemente livelli critici per persone e animali: dopo 60 minuti, sul cruscotto la temperatura sfiora gli 80°C e, all’altezza del capo, raggiunge quasi i 45°C.
Per evitare il surriscaldamento eccessivo della carrozzeria, l’unica soluzione è posteggiare l’auto all’ombra. Per l’abitacolo, i finestrini laterali leggermente aperti non hanno un effetto significativo sulla circolazione dell’aria, invece, una pellicola di protezione solare, sistemata contro il parabrezza, consente di ridurre sensibilmente la temperatura interna.