In tutti gli angoli del mondo si studiano e si ricercano nuove forme di mobilità. Certamente in futuro sia nel traffico individuale che in quello pubblico verranno lanciati modelli inediti. Negli ultimi decenni si sono registrati progressi nel campo dei motori, con l’avvento di quelli ibridi o elettrici e si sono sperimentate formule innovative quali la mobilità condivisa.
È palese che la mobilità diventa sempre più efficiente e sempre più interconnessa. Oggi bastano un paio di click per comprare un biglietto del treno, noleggiare un’auto o una bicicletta. Oppure possiamo organizzare un passaggio su un veicolo o condividere un parcheggio servendoci di un’app. Ma ci sono ancora tante altre cose che si stanno muovendo in Svizzera, come i primi tentativi di una mobilità autonoma.
Al momento spostarsi dal punto A al punto B con veicoli che guidano da soli è ancora una visione, ma potrebbe anche diventare ben presto realtà. L’avvenire resta aperto e imprevedibile… lasciamoci sorprendere!
Ce lo anticipa Jörg Beckmann, direttore dell’Accademia della mobilità, affiliata del TCS. Sei tesi.
I veicoli che guidano da soli riassumono in sé i tre trend di trasformazione menzionati prima: decarbonizzazione, demotorizzazione e deprivatizzazione. Il motore elettrico consentirà di viaggiare in modo più pulito, efficiente e addirittura autonomo. Dato che il veicolo non dovrà essere per forza in mano privata, potrà essere richiesto dagli utenti come un taxi su chiamata.
Si sale a bordo, si raggiunge la meta, si scende e si lascia il posto al prossimo. La licenza di condurre, che sinora era la chiave per accedere alla mobilità, non sarà più necessaria. Basterà un’applicazione. Resta da vedere se queste percorrenze saranno a pagamento. Durante il tragitto il cliente potrà navigare in internet, fare la spesa e tante altre cose.
Ci saranno grandi imprese interessate a che quante più persone possibili utilizzino le loro auto, acquistino i loro prodotti o forniscano loro i propri dati mentre viaggiano. Le innovazioni tecnologiche future, sia per quanto riguarda la guida che la navigazione, faranno emergere nuovi modelli di affari che cambieranno a loro volta la mobilità.
Di sicuro tra 20 o 30 anni non circoleremo su anonimi veicoli gestiti da Swisscom, Google o Apple. Anzi, in futuro saremo circondati da una ricca varietà di modelli e motori. Anche l’automobile privata avrà ancora un futuro. Dato che è una delle nostre passioni, la rendiamo sempre migliore, più ecologica e naturalmente più sicura. Lo dimostrano i sempre più sofisticati sistemi di guida assistita istallati a bordo.
Anche la mobilità elettrica e l’auto mobile condivisa sono sorte come un tentativo di eliminare gli effetti collaterali indesiderati. Ma con ogni probabilità l’autovettura privata non sarà più il primo e principale mezzo di trasporto. Rimarrà come status symbol oppure elemento di distinzione, così come adesso ci si compra un orologio prezioso più come gioiello che non come strumento utile per misurare il tempo.
Un tempo si trattava di andare da A a B con un mezzo di trasporto. Poi lo scopo era quello di spostarsi da un luogo all’altro nel modo più affidabile e infine lo si doveva fare il più velocemente possibile. In futuro si sfrutterà il tempo trascorso in viaggio per fare tante cose. Con le auto tradizionali non si poteva perché ci si doveva concentrare sulla guida. Al massimo si poteva ascoltare la radio.
Per contro, con un’auto autonoma si può navigare in internet, fare la spesa o impiegare il tempo in altro modo. E chi va in bici fa comunque qualcosa di benefico per la salute del corpo e della mente. Ben presto la mobilità smetterà di essere passiva e diventerà attiva e sempre più individuale.
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