Terza della serie, la Citroën C4 Picasso diventa monovolume compatta innovativa, grazie al suo stile futurista e alla strumentazione strettamente digitale. Nell’uso quotidiano si profila per il suo elevato comfort.
Indubbiamente il grande Pablo Picasso non avrebbe rinnegato il design originale della sua omonima monovolume che, ornata di una doppia fanaleria allungata, lancia occhiate perlomeno insolite. Quest’auto di 4.43 m (–4 cm) che si propone quale loft ambulante, si distingue anche per i suoi sbalzi ridotti, uno degli effetti visibili della nuova piattaforma modulare Peugeot-Citroën. Ma la vera rivoluzione interessa il posto di guida, la cui strumentazione si concentra in un immenso schermo centrale da 12˝, mentre le varie funzioni si comandano tramite uno schermo tattile da 7˝. La Picasso entra di petto nell’era delle interfacce, con un’intuitività certo non apprezzata da tutti. Se si va oltre questi particolari, ritroviamo una monovolume compatta dalla modularità riuscita– tre sedili individuali dietro – che punta sistematicamente sulla praticità. Meno scontato, anche il piacere di marcia e l’insonorizzazione, si rivelano eccezionali per questa categoria. Invece le sensazioni di guida, davvero poco esaltanti,pagano il prezzo di questa inclinazione. Tanto più che il temperamento del 1.6 l turbo a benzina è smorzato da un cambio dalle demoltiplicazioni lunghe.
"Rispetto alla generazione precedente, la nuova C4 Picasso si accorcia di quattro centimetri ma cresce di quasi sei centimetri nel passo. Offre più spazio a persone e bagagli, mentre il conducente trova, al posto degli strumenti di sempre, un grande display hd e comandi affidati al monitor tattile."
Opinione di chi ha testato
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Punti deboli