Senza essere sconvolgente, il design della carrozzeria monovolume si vuole più caratteristico. Più convincente l’allestimento interno: sebbene sia dominato da plastiche rigide, l’accostamento di materiali differenti sortisce il suo effetto. L’occhio è subito attratto dallo schermo tattile di serie che non si limita alla bella grafica, ma si rivela anche intuitivo all’uso. In fatto d’innovazione è tutto, perché il resto è nel segno della continuità. A cominciare dalla grande superficie vetrata del parabrezza ereditata dalle monovolume e dai sedili generosamente dimensionati e sufficientemente avvolgenti. Si prosegue dietro, dove si accede attraverso porte che si aprono a 90°. La vista cade allora sul divano che offre uno spazio per le gambe tale da ridicolizzare numerose automobili di categoria superiore. Unico neo, ci si chiede perché il posto centrale debba trattare tanto male il povero terzo passeggero. Nulla a che vedere con i sedili «magici» in grado di liberare un ampio spazio semplicemente sollevando la seduta. Quanto al bagagliaio di buona capacità, diventa enorme quando il divano è ribaltato. Nulla di nuovo ma molto pratico.
La compattezza degna di una citycar fa meraviglie in ambito urbano. Nettamente meglio di una SUV. E malgrado il passo allungato, l’agilità resta un atout, tanto che è divertente guidare questa mini monovolume su strade sinuose. Un divertimento merito anche dello sterzo comunicativo e del cambio dagli innesti sicuri e precisi, che si maneggia con facilità. E per fortuna, in quanto il piccolo ed unico motore della gamma Jazz deve fare i conti con una coppia modesta erogata ad alti regimi. Se non ci sono problemi nel traffico urbano, questo propulsore da 1.3 l e 102 CV dev’essere invece maltrattato non appena si richiede un po’ più di potenza. Un modo di guidare al quale i conducenti moderni non sono più abituati. È il dilemma dei motori aspirati rispetto a quelli sovralimentati. Contrariamente a questi ultimi, i consumi effettivi non si allontanano tuttavia da quelli dichiarati (5.1 l/100 km di fabbrica).
Detto ciò, la Honda Jazz non fa brutta figura circolando in autostrada, dove il livello sonoro resta accettabile. Il comportamento tanto equilibrato quanto giocoso si paga invece in termini di comfort, soprattutto nel traffico urbano, causa le sospensioni piuttosto rigide. Il conducente potrà comunque consolarsi con il sistema di frenata d’emergenza in città che funziona bene, se si escludono alcuni falsi allarmi. Apprezzabili anche i dispositivi di mantenimento della corsia e di riconoscimento dei cartelli di limite di velocità e divieto di sorpasso. Bisogna ammettere che nonostante il suo prezzo modico, la Honda Jazz risulta ben equipaggiata. E se la versione Elegance ci gratifica con la telecamera di retromarcia e lo schermo tattile, anche le altre due sono ben dotate. Non rimane che sperare che la mini monovolume oggi giunta a maturazione, riscopra il suo originario amore per la motorizzazione ibrida.
Testo: Marc-Olivier Herren