È evidente: la quarta generazione rompe decisamente con le versioni precedenti in fatto di design. Queste erano sobrie e funzionali e l’ultimo modello è stato addirittura tolto da Fiat dall’offerta europea. Troppe poche vendite per occupare gli showroom. Ora la cosa potrebbe cambiare. La nuova classe media di Jeep dentro si presenta molto pregiata, almeno a prima vista. Al momento di toccare i materiali, ci si rende tuttavia conto che non è tutto oro quello che luccica. Certo tutto è rifinito in maniera pulita, ma il finto legno alle portiere ha un che di buon mercato, inoltre è stata usata molta plastica e finta pelle. Il che è sorprendente, dato che si tratta della variante di allestimento Limited, la più prestigiosa.
Per il resto nella Cherokee ci si sente a proprio agio. La posizione di guida è confortevolmente elevata e offre un’ottima visibilità anteriore. Verso il posteriore no, ma qui si è aiutati dall’assistente al parcheggio con telecamera di retromarcia. Notevole anche il display centrale a colori con la navigazione online, il proprio hotspot e app store. Qui la Cherokee è al passo con i tempi. Se fosse possibile gestire la musica del telefonino direttamente dal computer di bordo e dal volante, sarebbe perfetto. Ma ciò non è possibile. In compenso la spaziosità è regale, anche dietro. Persone di statura ridotta stendono letteralmente le gambe. I sedili in pelle sono comodi e ben regolabili.
Tutto bello e ben rifinito. Il bagagliaio però avrebbe potuto essere più grande, viste le dimensioni del veicolo. Sulla versione Limited quantomeno è disponibile di serie un portellone elettrico molto pratico per le donne cariche di borse dopo lo shopping. Molto grazioso. Come piacevole è anche il comportamento. La Jeep Cherokee offre grande comfort, è gradevolmente silenziosa e per un veicolo americano ha uno sterzo eccezionalmente diretto. Apprezzo meno il cambio automatico a 9 rapporti, che reagisce con lentezza e nelle scalate sembra «strozzarsi». Anche le prestazioni non sono inebrianti: chi acquista un V6 nell’era dei diesel e del downsizing, si aspetta un notevole rombo. Ma che sulla Cherokee si attende invano, anche se l’accelerazione è buona e la velocità può raggiungere i 220 km/h. Non si prova peraltro quella bella sensazione che normalmente si ha con un V6, quando si fa capo alla sua riserva di potenza. Troppo pesante, telaio troppo assorbente o baricentro troppo alto? Probabilmente una combinazione di tutto. Quest’auto diverte davvero solo nella sua variante fuoristrada Trailhawk con ridotte inseribili e bloccaggio del differenziale posteriore.
Testo: Nadia Rambaldi