Portabandiera griffata svizzera
Futurismo oblige, la Polestar 2 non ha pulsante d’avviamento. Un sensore alloggiato sul sedile registra la presenza del conducente. Un impulso sul joystick esagonale e l’auto è pronta a partire, mentre il pannello digitale indica invariabilmente una promettente autonomia di 440 km. Il problema è che il raggio d’azione si dimezza praticamente se non si ha il piede leggero. Quanto basta per rassicurare la Tesla 3, sua vittima designata. Certo la ricarica alle colonnine rapide da 150 kW colma la lacuna. Fortunatamente, perché la foga dei due motori sincroni – uno su ciascun asse – incita a far sfogare i 408 CV infuocati. Al punto che le 2.3 tonnellate di veicolo zavorrato da 500 kg di batterie evaporano appena si preme sull’acceleratore. La Polestar 2 eroga allora delle spinte da supersportiva che non stonerebbe in una corsa in salita. Il peso in curva è addomesticato con brio da questa integrale il cui treno dietro lascia percepire tracce di trazione posteriore. Una vera gioia, in più molto rassicurante.
Offerta tutto compreso
Oltre a queste facezie, la Polestar 2 conquista per le sue qualità stradali nell’uso quotidiano e viaggia placidamente lasciando lavorare il pedale del freno virtuale. Lo spazio a bordo è dignitoso, così come il bagagliaio che trae beneficio dall’ampio accesso offerto dal portellone elettrico. Contrariamente alle abitudini di Volvo, l’equipaggiamento è molto completo e la dotazione di alto livello in fatto di sicurezza è offerta di serie. Da notare il peso rimorchiabile (1500 kg) rispettabile per una elettrica. Quanto al prezzo, non ha niente da invidiare a quello della concorrenza termica.
Testo: Marc-Olivier Herren
Carrozzeria
Il design mescola abilmente i generi per sfociare in una carrozzeria alla moda. Senza essere generosa, l’abitabilità posteriore è simile a quella delle familiari d’alta gamma. Il bagagliaio è limitato a 405 l, ma il portellone dall’ampia forma consente un accesso facilitato. Vi si aggiungono 35 l davanti dove sono depositati i cavi di ricarica.
Abitacolo
La maggior parte delle funzioni (ridotte all’essenziale) è gestita tramite schermo tablet da 11”. Idem per il cockpit digitale da 12” declinabile in 3 pannelli dalle informazioni minimali. L’intuitività del tutto è corretta. L’interno fa sfoggio di materiali riciclati. Sebbene la loro lavorazione sia un po’ approssimativa, l’ambiente scandinavo sobrio e il design prevalgono.
Comfort
A parte i rumori di rotolamento delle ruote da 20” e una relativa rigidità delle sospensioni Öhlins regolabili (pacchetto Performance), il piacere di marcia è quello di una buona ammiraglia.
Contrariamente alla politica di Volvo, la Polestar 2 è un’offerta tutto compreso. La dotazione di serie include fari LED 84 pixel, navigatore, telecamera panoramica o ancora impianto audio Harman. Funzioni quali la chiave digitale possono essere aggiunte ulteriormente. Costi di manutenzione molto modici.
Comportamento
Malgrado la sua massa (2.3 t), la Polestar esprime un comportamento neutro e relativa agilità. Questa integrale beneficia di un’eccellente motricità e lo sterzo parametrabile (3 livelli di assistenza) si rivela sufficientemente consistente.
Sicurezza
La quasi totalità degli aiuti alla guida attuali sono di serie. Tra essi un sistema di rilevamento delle collisioni posteriori. Freni Brembo efficaci.
Motore e trasmissione
I 408 CV erogati dai due motori elettrici assicurano accelerazioni lineari massicce. E la coppia offre solide riprese. Quando la carica scende a circa il 20%, l’unità di gestione elettrica modera la potenza.
Consumo
La media del test di 25.6 kWh/100 km (inverno) è lontana dagli ottimisti 19.3 kWh promessi. L’autonomia precipita sotto i 300 km se non si ha il piede molto leggero. I tempi di ricarica indicati dalla strumentazione sono precisi. Due cavi (Tipo 2 e domestico) sono forniti di serie.