Il TCS respinge il progetto di legge del Consiglio federale volto ad autorizzare progetti pilota regionali e locali di tariffazione della mobilità. Il Club ritiene infatti che la mobilità è un dato di fatto che non dev’essere rimesso in discussione e che una tariffazione di questa stessa a scopo d’incentivazione sarebbe socialmente ingiusta. Essa colpirebbe soprattutto le persone con orari di lavoro fissi e i pendolari. Eppure, le alternative per ridurre i picchi di traffico non mancano.
Il 3 febbraio scorso, il Consiglio federale ha aperto una procedura di consultazione nell’intento di autorizzare progetti pilota di tariffazione della mobilità. I cantoni e i comuni otterrebbero così la possibilità di testare nuovi tipi di tariffazione per influire sulla domanda di trasporti e sui comportamenti in materia di mobilità.
Il TCS respinge questo progetto di legge, che parte dal principio che tutto possa essere risolto attraverso il prezzo. Orbene, la mobilità fa parte delle necessità fondamentali degli esseri umani ed è di capitale importanza per la nostra prosperità economica e sociale. Con questa legge, la mobilità non verrebbe incoraggiata, bensì frenata. Inoltre, il progetto di legge è ingiusto e antisociale, dato che toccherebbe principalmente coloro che hanno meno margine di manovra in termini di orari di lavoro. In realtà, ciò significherebbe imporre una tassa ai pendolari che viaggiano la mattina e la sera per lavoro.
Per risolvere il problema della congestione del traffico, il TCS invita ad adottare altri provvedimenti. Esistono soluzioni che possono essere messe in pratica già oggi. Per ridurre i picchi di traffico, le esperienze fatte durante la pandemia hanno infatti dimostrato il potenziale legato alla flessibilità degli orari di lavoro e di quelli scolastici, così come il telelavoro. Queste misure permetterebbero di alleviare in modo duraturo le infrastrutture di trasporto e potrebbero essere attuate a livello locale, laddove si verificano regolarmente congestioni del traffico. Sarebbe più giudizioso e opportuno lanciare progetti pilota in questo settore. Si potrebbero compiere dei test, in una grande città, spostando ad esempio di un’ora gli orari d’apertura e di chiusura delle scuole e di altre istituzioni pubbliche.
Infatti, la realizzazione di progetti di tariffazione della mobilità non è né opportuna, né tanto meno necessaria. Da un lato, la citata tariffazione farebbe della Svizzera un mosaico contrario alla Costituzione. Dall’altro, progetti di questo tipo sono già stati attuati all’estero, ma i loro risultati non permettono di trarre beneficio né in termini di picchi di traffico, né di costi di attuazione, i quali sono esorbitanti. L’esperienza fatta a Londra, mostra infatti che il sistema di tariffazione della capitale britannica ha colpito particolarmente i ceti sociali meno abbienti e che l’impatto sulla riduzione del traffico e della congestione è stato avvertito soltanto per qualche anno dopo la sua introduzione.
Per concludere, il TCS respinge questo progetto di legge, dato che lo stesso non offre alcuna prospettiva e non consente di trarre benefici sulla questione cruciale del finanziamento dei sistemi di trasporto in Svizzera, attualmente minacciata dalla diminuzione degli introiti sui carburanti, dovuta alla maggiore efficienza e alla crescente elettrificazione del parco automobili.