Ultimamente la tendenza all’elettrificazione ristagna un po’. Lo scorso annoin tutta la Svizzera erano immatricolate 155 500 automobili elettriche pure, pari ad appena il 3,3% di tutte le autovetture. Come riferisce Auto Svizzera, sebbene nei primi tre mesi il 58,4% di tutte le nuove auto fosse dotato di trazione alternativa, la crescita dei veicoli puramente elettrici e quelli ibridi plug-in è quasi impercettibile. La questione sembra chiara: con più auto elettriche sale anche il consumo di elettricità. In futuro i motori elettrici consentiranno la riduzione delle emissioni di CO2 e un traffico automobilistico più rispettoso del clima. Benché il passaggio completo all’elettromobilità si faccia ancora attendere, le infrastrutture – nello specifico le autostrade – sono già in fase di adattamento e costituiscono parte della
soluzione alle sfide poste dalla transizione energetica.
È vero che Solar Express era concepito per la regione alpina, ma alla fine i titolari del progetto han dovuto fronteggiare la resistenza di alcuni Comuni. Invece la produzione elettrica lungo le autostrade riscontra uno sviluppo positivo. In primo luogo, l’Ufficio federale delle strade (USTRA) utilizza l’infrastruttura per produrre elettricità per coprire il proprio fabbisogno. «L’USTRA si è posta l’obiettivo di aumentare l’autoproduzione di elettricità entro il 2035 di 47 gigawattora all’anno. A tale scopo, in futuro diversi edifici di proprietà dell’Ufficio saranno dotati di impianti fotovoltaici. Alla fine del 2023 erano in funzione 26 impianti e altri ne seguiranno», comunica l’Ufficio federale da noi interpellato. Dopo che l’Ordinanza sulle strade nazionali è stata modificata in modo che le imprese possono partecipare al bando per la realizzazione di impianti sulle superfici non utilizzate dall’Ufficio stesso, la domanda è stata alta. L’USTRA comunica che solo un lotto non è ancora stato assegnato. L’Ufficio federale stima di poter produrre in questo modo circa 50 gigawattora/anno nel prossimo triennio. L’uso delle barriere antirumore per generare elettricità non è l’unica idea innovativa. In Vallese, per esempio, si prevede di coprire un tratto di 1,6 chilometri sopra il quale sarà prodotta elettricità.
Ma non si fanno progressi solo nella produzione di elettricità e nella modernizzazione delle infrastrutture esistenti. L’Astra Bridge ottimizzato è ad esempio tornato in funzione da qualche settimana dopo gli scarsi risultati iniziali nel 2022. Le rampe sono state allungate e la loro inclinazione ridotta. È stato rimesso in servizio qualche settimana fa senza provocare grossi ingorghi. Adesso può essere utilizzato con successo allo scopo per cui è stato ideato: sotto si lavora e sopra si circola, senza impattare troppo sul traffico autostradale. Degna di nota anche la barriera antirumore in via di costruzione sull’A1.
La cosiddetta «Einhausung Schwamendingen» prevede niente di meno che l’incapsulamento dell’autostrada per ridurne al
minimo gli effetti nocivi, vale a dire il rumore e i gas di scarico. Ne beneficeranno sia l’ambiente che gli abitanti. Mentre il traffico scorrerà all’interno della struttura, sul suo tetto sarà allestito uno spazio verde aperto al pubblico, migliorando così in modo sostenibile la qualità di vita nel quartiere in periferia di Zurigo.
Con progetti così innovativi, le nostre autostrade stanno diventando sempre più hi-tech, a tutto vantaggio dei residenti e degli automobilisti. Certo, le opere infrastrutturali non sono sempre modelli entusiasmanti di paesaggio costruito. Ma per quanto riguarda la mobilità e il nostro benessere, sono di grande importanza. Garantiscono gli scambi sociali, culturali ed economici e di conseguenza continuano ad essere fattori di successo fondamentali per la Svizzera. Proprio perché la nostra mobilità è in continua evoluzione, e probabilmente sarà sempre più connotata alla sensazione di libertà, sono indispensabili infrastrutture innovative che assecondino lo sviluppo dei nostri mezzi di trasporto nei prossimi decenni.
Testo: Dino Nodari
Foto: Einhausung Schwamendingen, ef
Jürg Röthlisberger, direttore Ufficio federale delle strade (USTRA)
Perché l’USTRA non produce da sé l’elettricità lungo le autostrade?
Jürg Röthlisberger: L’USTRA non è un’azienda elettrica e può produrre energia solamente per uso proprio. Tuttavia, entro il 2035 vorremmo produrre da soli circa un terzo del fabbisogno elettrico delle strade nazionali. A tale scopo, stiamo dotando di impianti fotovoltaici le officine e le centrali di controllo delle gallerie, come pure le coperture e le pareti antirumore (ripari fonici). È però anche importante ridurre il consumo. Ecco perché stiamo, ad esempio, sostituendo le vecchie illuminazioni dei tunnel con lampade LED.
Come viene utilizzata esattamente l’elettricità prodotta dall’USTRA?
Con l’energia solare illuminiamo e ventiliamo le gallerie, riscaldiamo i locali dei veicoli nelle officine o forniamo elettricità ai sistemi di segnalazione.
Che ne dice dell’idea di coprire le autostrada per installarvi impianti solari?
È un’idea avvincente che ha del potenziale. Le nostre porte sono sempre aperte a soluzioni innovative. Nella pratica, però, quello che a prima vista sembra semplice a volte si rivela molto complesso: una copertura deve soddisfare elevati requisiti edilizi. E deve passare attraverso le previste procedure di approvazione a livello comunale e cantonale. Ciò significa costi elevati e lunghi termini di pianificazione.
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