Scorza da mini monovolume
Come su altre ibride Honda, il ruolo principale tocca ad un motore elettrico unito ad un 4 cilindri. Quest’ultimo si limita ad alimentare un secondo motore elettrico fungendo da generatore oppure a fornire potenza di punta, per esempio in autostrada. D’un tratto, la Honda Jazz parte sempre in modalità elettrica, anche se l’1.5 l si mette talvolta a borbottare. In città, questa tecnologia consente fasi di mobilità strettamente elettrica assai lunghe e registra medie inferiori a 5 l/100 km. Inoltre, i 109 CV e la coppia del propulsore offrono una buona risposta. Stesso discorso fuori porta, dove senza essere stupefacenti, le riprese sono consistenti. Come sempre, le cose si guastano quando si preme di più sul gas. Il motore termico si mette a vociferare e il cambio CVT tende a mulinare. Non così grave se si viaggia placidamente. In autostrada al contrario, il livello sonoro è piuttosto elevato, in particolare a causa del rombo dell’1.5 l.
Spaziosa mini monovolume
Sia quel che sia, questa mini monovolume che segna un sovrappeso di circa 200 kg, seduce per il confortevole filtraggio delle sospensioni. E i passeggeri dietro dispongono di un divano che offre uno spazio per le gambe esemplare. L’impatto dell’ibridazione sulla capacità del bagagliaio, sufficientemente voluminoso, è limitato. Anche l’intelligente sistema di reclinazione dei sedili posteriori ha potuto essere mantenuto. Questa Honda Jazz si distingue altresì per una dotazione completa fin dal modello d’entrata dotato di regolatore adattivo della velocità e di climatizzatore automatico. Unico neo, la transizione ibrida si ripercuote sensibilmente anche sui prezzi.
Testo: Marc-Olivier Herren
Carrozzeria
Questa mini monovolume dalle forme rotonde offre un rapporto dimensioni/abitabilità straordinario. Facilmente accessibile, il divano riserva tanto spazio per le gambe. Solo il passeggero centrale è penalizzato. Malgrado la perdita di 56 l, il vano bagagli resta voluminoso e i sedili posteriori modulabili sono stati mantenuti.
Abitacolo
La plancia di bordo spoglia è dotata di schermo tattile da 9” con grandi icone e la strumentazione dall’aspetto minimalista propone molte informazioni. Materiali in gran parte in schiuma valorizzano un ambiente piuttosto austero.
Comfort
La sospensione rimaneggiata conferisce un ammortizzamento progressivo e i sedili di buone dimensioni sono ben imbottiti. Peccato che il rumore sia elevato a velocità autostradale (rombo del motore e insonorizzazione).
Le versioni di base sono già ben equipaggiate e il modello Executive è un’offerta tutto compreso (navigatore, telecamera di retromarcia ecc.). I prezzi sono considerevolmente aumentati rispetto al precedente modello 1.3 l benzina.
Comportamento
L’ammortizzamento morbido favorisce il rollio nelle curve strette, ma il comportamento nel complesso è equilibrato. Questa Jazz avara di sensazioni di guida è un’auto da guidare in tranquillità.
Sicurezza
La maggior parte dei sistemi di assistenza, tra cui il regolatore adattivo, sono presenti su tutti i modelli. L’Executive monta l’allerta per l’angolo cieco e il traffico trasversale. Efficacia della frenata mediocre.
Motore e trasmissione
Il sistema ibrido tende a privilegiare le fasi di guida elettriche, quindi il motore sincrono da 109 CV. Il 4 cilindri 1.5 l funziona come generatore per il secondo motore elettrico. Può anche operare direttamente sulla trazione, ad esempio in autostrada. Il tutto esprime accelerazioni solide, ma si rivela rumoroso a media e forte andatura. La responsabilità è soprattutto del cambio CVT, nonostante i cambi di marcia simulati.
Consumo
La massimizzazione della guida elettrica si chiude con consumi urbani e fuori porta ridotti. La media del test di 5.1 l/100 km è superata in autostrada, ma resta moderata.