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19.02.2025

Abruzzo, tra mare e montagna

La Via Verde permette di scoprire la Costa dei Trabocchi in bicicletta, prima di fuggire, a piedi, nel magnifico Parco Nazionale della Maiella.
19 febbraio 2025

Le vecchie capanne dei pescatori che si ergono su palafitte sul mare fra Ortona e Vasto sono diventate singolari attrazioni turistiche.
Invece che in treno, ora è possibile percorrere il tratto costiero sulla suggestiva Via Verde, una ciclopedonale lunga 42 km. Se amate
la cucina marinara, concedetevi una pausa per mangiare in un ristorante cullati dalle onde.

Abruzzo
Un’attrazione dell’Abruzzo: la Via Verde, 42 chilometri senza auto.

Poco dopo Ortona, attraversiamo la prima di una serie di gallerie. Dove un tempo i treni sferragliavano lungo il mare, ora la gente va in bicicletta, fa jogging, passeggia e si gode il sole, che in questa giornata di aprile fa capolino di tanto in tanto. In questo periodo i turisti sono rari. Ci godiamo la linea ferroviaria dismessa tra Ortona e Vasto trasformata nella pista ciclopedonale Via Verde, fra le più panoramiche e ben frequentate dell’Abruzzo nella stagione vacanziera. La regione tra l’Adriatico e le catene montuose del Gran Sasso e della Maiella è però ancora una destinazione turistica italiana poco conosciuta. È però prevedibile che non lo sarà ancora per molto. Infatti inglesi, francesi e tedeschi si stanno spostando dalle Marche e dalla Toscana, ormai troppo costosa, per acquistarvi case e appartamenti.
Avvistiamo il primo trabocco: un capanno costruito nel mare su palafitte, collegato alla terraferma con una stretta passerella. Sul lato rivolto verso il mare sono fissati dei lunghi pali, ai quali i pescatori fissavano grandi reti rettangolari e le calavano in mare. Era un buon modo per catturare i pesci senza doversi più avventurare in mare in condizioni avverse. Le forti tempeste di levante erano particolarmente temute dai pescatori. Alcune di queste antiche architetture vernacolari sono ancora in uso, mentre altre sono state adibite a bar o ristoranti. Oltre che in Abruzzo si trovano dei trabocchi anche più a Sud nel Molise e in Puglia.

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Per saperne di più

Strane macchine da pesca

Abruzzo
Benvenuti al trabocco Mucchiola Il cameriere Vincenzo Pugliese (a sin.) e lo chef Gianluca Di Bucchianico.

La vista di questo enorme ragno di legno è ipnotica. Non possiamo fare a meno di fotografare il trabocco da ogni angolazione possibile. Pochi minuti dopo, ci imbattiamo in uno particolarmente bello nel comune di San Vito Chietino. Sul lato destro del Trabocco Punta Fornace, barche blu e bianche sono appoggiate su una struttura di legno accanto a parabordi neri e boe rosse. Due oblò fanno sembrare la casetta un volto umano. San Vito Chietino, conosciuto per il suo suggestivo nucleo storico, meriterebbe ben una deviazione. Ma vi rinunciamo per assolvere il fitto programma che ci siamo proposti per la nostra escursione.Sulla ciclabile adriatica in questo ­periodo regna la tranquillità. Fra poco, gli amanti del sole si riverseranno sulle spiagge pubbliche o affitteranno lettini e ombrelloni negli stabilimenti balneari. Di tanto in tanto passiamo accanto a cantoniere ferroviarie abbandonate. La natura se ne è da tempo riappropriata, avvolgendo le mura diroccate di una vegetazione incolta. In un punto particolarmente bello della Via Verde, una di queste piccole case ha trovato nuovi proprietari. Sembra un posto ben tenuto con il bucato steso fuori ad asciugare che sventola al vento. Piccole lucertole spuntano le loro testoline dai cespugli, per poi infilarsi svelte nel verde lussureggiante non appena ci scorgono. Alla nostra sinistra, un trabocco segue l’altro. Taluni sono grandi, altri molto semplici, alcuni hanno enormi reti che ondeggiano nella leggera brezza. Uno dei trabocchi più noti è il Trabocco Turchino. Costruito nella seconda metà del 19° secolo, fu immortalato dallo scrittore Gabriele d’Annunzio nella tragedia Il Trionfo della Morte, in cui lo descrive così: «… proteso dagli scogli, simile ad un mostro in agguato, con i suoi cento arti, il trabocco aveva un aspetto formidabile… La macchina pareva vivere di una vita propria…». Dopo il crollo nel 2014, il Comune di San Vito Chietino lo fece ricostruire come museo con l’aiuto di donatori. Nei fine settimana si organizzano visite guidate per spiegare l’arte dei traboccanti.
Raggiungiamo Vallevò, dove ci prendiamo un delizioso gelato nella Gelateria LeVerì. Potremmo continuare sulla Via Verde fino a Vasto con il suo incantevole centro storico e belvedere affacciato sul mare. Ma stavolta dobbiamo ­rinunciare. Siamo attesi ad Ortona per
il pranzo al ristorante Gli Ostinati.

Bontà dal mare

Abruzzo
Bontà in tavola: piatti gustosi con ingredienti freschi di giornata, dal mare e dalla terra.

Sotto di noi, l’acqua lambisce le palafitte. Ci sediamo ad uno dei tavoli rustici di legno apparecchiati con candide tovagliette e decorati con semplici vasi di fiori. Il vento è diventato più forte, ma non dà fastidio. Un telone trasparente protegge la sala dal freddo e anche dall’umidità. Sorseggiamo un ottimo rosé regionale mentre Gianluca Di Bucchianico, chef patron de Gli Ostinati, assistito dal suo cameriere Vincenzo
Pugliese, ci serve il pranzo. Si inizia con un crostino con ragù di pesce, seguito da un carpaccio di dentice. Poi c’è un gratin di patate con calamari in salsa verde e una pasta con polpa di granchio, ceci e asparagi verdi. È un bene che le porzioni siano piccole. Sarebbe un peccato saltare anche una sola delle deliziose portate perché si è già sazi.
Non ci attardiamo perché dobbiamo restituire le biciclette al noleggio. Montiamo in sella e inizialmente facciamo un po’ fatica a pedalare contro vento a stomaco pieno. Ancora una volta, le strane costruzioni sul mare ci passano accanto e la tentazione di scendere per fotografarle è grande. Ma rimandiamo. Non è certo stata l’ultima nostra visita della Costa dei Trabocchi.

Il reportage è stato svolto su gentile invito dell’hotel Marina Gardens Boutique & Suites.

Sul balcone d’Abruzzo

Il Parco Nazionale della Maiella è una meravigliosa area di natura selvaggia con valli impressionanti e fitte foreste dove vivono lupi e orsi. Offre numerosi sentieri escursionistici e in inverno invita a sciare..

Andrea Tomassetti, la nostra guida ci aspetta già sopra il paese di Pennapiedimonte, a 780 metri. Conosce a fondo il Parco Nazionale della Maiella, che prende il nome dall’omonimo massiccio montuoso con la cima più alta del Monte Amaro (2793 m s.l.m). In alta stagione, più volte alla settimana accompagna gli ospiti, italiani e stranieri, nei punti più interessanti. Aiuta pure gli archeologi a reperire grotte con opere d’arte rupestre dell’epoca Neanderthal. Il Parco Nazionale della Maiella custodisce poi numerosi eremi. Chi ricercasse l’introspezione potrà percorrere il Sentiero dello Spirito che si snoda attraverso il parco per una settantina di chilometri. Articolato in quattro tappe, passa per tutti i principali luoghi di culto.

Abruzzo
Vista sulla Valle dell’Avello durante la salita al punto panoramico del Balzolo, a 1123 metri.
 

Orsi e un centinaio di lupi

Ma noi vogliamo arrivare al belvedere del Balzolo, a quota 1123 metri. Appena incamminati possiamo ancora sentire il dolce mormorio del fiume Avello ­mentre saliamo il ripido pendio fatto di terreno roccioso. Andrea ha scelto bene il percorso. La vista sullo sconfinato parco nazionale, che si estende per quasi 75 mila ettari, ci motiva e ispira fin dall’inizio. Veniamo a sapere che la fauna è molto ricca, con cervi, aquile reali, camosci, salamandrine dagli occhiali e lontre. «Secondo stime qui vivono anche tra i 55 e i 75 orsi bruni. Alcuni di loro si spingono fino alla costa, a un’ora di distanza», ci racconta la nostra guida. Istituito nel 1991, il parco ospita anche molti cinghiali. Hanno dovuto essere portati qui dalla Bulgaria dopo che quelli indigeni erano stati praticamente sterminati dai cacciatori. Ora a dare la caccia ai cinghiali ci sono branchi di lupi, circa un centinaio, specie protetta nel Parco della Maiella.
Di tanto in tanto Andrea si ferma per spiegare qualcosa sulla flora. «Nel parco crescono ginepri, pini neri, pini, faggi, tre diversi tipi di acero e quercia: la roverella, per esempio. Se oggi cresce a queste altitudini lo dobbiamo al riscaldamento globale», sostiene. In questo periodo, a fine aprile, anche le orchidee del Parco Nazionale della Maiella dovrebbero essere in fiore, ma purtroppo non sono sopravvissute ad un’eccezionale ondata di gelo. Comunque ci troviamo in un vero paradiso per gli amanti delle piante, di cui sono state censite ben 2114 specie. Da notare che nel 2024 il Parco della Maiella è stato consacrato come la destinazione piùapprezzata dagli stranieri, ottenendo il premio «Italia Destinazione Digitale», assegnato in base alle recensioni e dai commenti raccolti online. Mentre passiamo accanto a una rovina, Andrea ci spiega che il massiccio della Maiella è formato principalmente da calcare, un materiale facile da lavorare. In passato, contadini e pastori lo utilizzavano per costruire capanne rotonde, simili ai trulli pugliesi. Ma dopo la fine della Seconda guerra mondiale, molti hanno lasciato la regione oppure abbandonato l’agricoltura.

Ai tempi dell’oro bianco

Abruzzo
La guida Andrea Tomassetti conosce bene il parco della Maiella e condivide il suo sapere durante le escursioni.

Mentre saliamo ancora e sudiamo nonostante la giornata piuttosto fresca di aprile, il 49enne ricorda un’epoca in cui l’Abruzzo era molto più importante e ricco di oggi. «Nel 18° secolo qui c’erano più pecore che persone. Se ne contavano cinque milioni e la loro lana era molto ambita, per questo veniva chiamata oro bianco. A quei tempi, i pastori guadagnavano bene, erano colti e scrivevano persino poesie perché avevano tanto tempo a disposizione». Sebbene gli allevatori continuino a far pascolare le pecore nel Parco Nazionale della Maiella, oggi non hanno più una tale rilevanza. «Al massimo, forniscono ancora il latte per il pecorino. Ma attualmente gli arrosticini – che son così popolari – sono per lo più fatti con carne ovina importata», precisa Andrea. Ed eccoci infine giunti alla meta, il Balzolo, che fa ancora parte del comune di Pennapiedimonte. Viene spesso definito il balcone d’Abruzzo, e non è un’esagerazione. La vista sulle dolci colline boscose, sul lago e sulla costa è a dir poco fantastica. Siamo euforici e lo è anche Andrea, che confessa che vive ogni giorno di lavoro come una sorta di vacanza. In passato, il pescarese è stato un programmatore informatico di successo, ma a un certo punto della vita ha deciso di abbandonare il lavoro al computer e di formarsi come guida escursionistica. Da allora, è felice di mostrare alle persone che vengono da fuori le bellezze dei Parchi Nazionali della Maiella e del Gran Sasso.


parcomaiella.it, guida escursionistica Andrea ­Tomassetti: andrea@ursamaiorescursioni.it

Testo: Juliane Lutz
Foto Emanuel Freudiger

Abruzzo

In automobile da Lugano per la A14 da Bologna fino a Pescara lungo 
l’Adriatico ci vogliono circa 6 ore; in treno da Lugano a Pescara via Milano il tempo di viaggio medio è di 8 ore circa, ma ci sono convogli anche più veloci; voli Ryanair diretti a Pescara da Bergamo e Milano Malpensa.

Dove alloggiare
Il Marina Gardens Boutique & Suites Hotel a Francavilla al Mare, vicino a Pescara, è la base ideale per esplorare l’Abruzzo. La direttrice Martina, la bravissima tuttofare Ceca e lo staff tutto si prendono cura degli ospiti.
La colazione è sontuosa, l’arredamento chic e il mare è a pochi minuti a piedi. Posti bellissimi come Chieti, Sulmona, Scanno e L’Aquila sono raggiungibili in mezz’ora o un’ora e mezza al massimo. Il Parco Nazionale della Maiella dista poco meno
di un’ora con l’automobile.
marina-gardens-boutique.com

Dove mangiare
Il Ristoro degli Elfi, Santo Stefano di Sessanio: cucina rustica e casalinga
Il ristorante Relais Tema, Francavilla al Mare: ottima cucina, ambiente elegante. Non lasciarsi sfuggire un assaggio dei vini e oli locali.
Pizzeria da Fasano, Ripa Teatino: il classico in tante variazioni sfiziose.
Naked Beach, Francavilla al Mare: beach club con un ottimo ristorante di pesce, ma anche pizze deliziose.
Manzetto Rosso, Francavilla al Mare: per chi apprezza la carne.
Mizzica, Francavilla al Mare: irresistibili dolci siciliani da asporto

Attività nelle vicinanze
Cantina Feudo Antico, Tollo: degustazione vini accompagnati da vari prodotti nostrani per scoprire il meraviglioso Tullum, il pluripremiato Montepulciano d’Abruzzo e l’eccellente bianco Pecorino.
Museo dell’Ottocento, Pescara: collezione di opere del 19° secolo, per lo più provenienti dal Sud Italia.
abruzzoturismo.it
italia.it

Altri due parchi nazionali
Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e
Molise è stato istituito nel 1923, che dal 1872 ospitava una riserva di caccia reale. Tre quarti del suo territorio si trovano nella provincia dell’Aquila e sono in gran parte boschivi.
Il Parco Nazionale del Gran Sasso, prevalentemente montuoso, esiste dal 1991. Il Corno Grande (2912 m) è la vetta più alta dell’Appennino.

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