Si sente spesso dire che il viaggio fa pure parte delle vacanze. Un’espressione che ben si addice all’escursione che ho in mente di fare. Cercando una destinazione sorprendente, e in particolare una fermata del bus insolita, ho scelto di recarmi alla diga di Tseuzier, situata a est di Anzère, in Vallese.
Alla stazione degli autobus di Sion salgo a bordo e mi siedo comodamente davanti, per non perdermi nemmeno un millimetro del tragitto. Il bus si allontana dolcemente dalla capitale vallesana e monta poco a poco in direzione di Anzère. Dopo una ventina di minuti, l’autista ci propone una fermata originale. A St-Romain, un villaggio del comune di Ayent, si può infatti scoprire un affresco che rappresenta il biglietto da 100 franchi. Alcuni passeggeri sfoderano il telefonino per fotografare la banconota dipinta che rappresenta un canale irrigatorio, il cosiddetto «bisse» di Ayent, mentre gli habitué non ci fanno più attenzione. Ma l’orario va rispettato e quindi risaliamo nell’autopostale per continuare il percorso.
Mentre saliamo, il tracciato diventa più sinuoso. Per le persone più sensibili è meglio guardare la strada per non rischiare di star male. Fortunatamente, il nostro conducente è molto esperto. Paulo faceva l’autista di mezzi pesanti prima di raggiungere AutoPostale. Lavora spesso sulla linea 352 e la conosce dunque come le sue tasche. Tra Samarin e Les Fiefs, il bus giallo deve superare un tornante impressionante. Sono necessarie più manovre per superarlo. Il bus prosegue a rilento, la velocità non arriva ai 30 km/h, ciò che ci consente di ammirare gli abeti e gli ontani verdi che fiancheggiano la strada. Tra l’altro, raccoglierei volentieri quei mirtilli che mi fanno l’occhiolino…
L’autopostale s’infila ora in una stretta galleria a senso unico. Se finora c’era il sole a deliziarci, ci ritroviamo repentinamente tuffati nell’oscurità. Al di là dei finestrini vedo solamente pietre brunastre e grigie, che conferiscono a questo tratto le parvenze di un’esplorazione sotterranea. Paulo suona il clacson diverse volte per avvertire eventuali veicoli all’altra parte del tunnel di attendere il loro turno. Il corno a tre suoni è un segnale inconfondibile e facilmente riconoscibile. D’altronde, festeggia proprio quest’anno i suoi 100 anni essendo risuonato la prima volta nel 1924. Le conducenti e i conducenti degli autopostali lo usano sulle strade di montagna. Non ha preso una ruga e non ci si stanca mai di sentirlo. Sbuchiamo e veniamo accolti dalla luce del giorno. Paulo ringrazia con un cenno di mano l’automobilista che s’era fermato per lasciarci passare. Siamo ormai vicini alla meta. Passiamo davanti a una cappella votiva dedicata alla Santa Vergine, dove i fedeli hanno acceso le candele. Del resto sul percorso ve ne sono diverse. Ed ecco che, sulla destra, si erge finalmente l’imponente diga di Tseuzier, nota anche come diga di Rawyl. La struttura impressiona dall’alto dei suoi 156 metri e mette i brividi quando se ne contempla il precipizio. Il nostro bus posteggia in un vasto piazzale sulla sinistra. In un’oretta da Sion, abbiamo raggiunto l’insolita fermata, che vale chiaramente il viaggio. Infatti, è situata proprio davanti al lago di Tseuzier per offrirci uno scenario da cartolina postale.
Situato a 1777 metri d’altitudine, il lago di Tseuzier è un lago artificiale formato dall’omonima diga. Questo gioiello blu-verde fa venir voglia di fare il bagno. Sotto il sole le sponde s’illuminano di riflessi scintillanti. Questa distesa di acqua, che raggiunge una profondità massima di 140 metri, riposa tranquillamente circondata da foreste e da pareti rocciose maestose. In giornate splendide come quella odierna, si scorge proprio di fronte lo Schnidehorn che svetta a 2937 metri, esibendo fieramente i suoi resti nevosi. Sulla sinistra si erge invece il Six des Eaux Froides. Per ammirare appieno questa cornice eccezionale, si può fare il giro del lago. Il sentiero lungo 4,7 chilometri è accessibile a tutti.
Ma per Paulo, che ha approfittato di questa fermata per sgranchirsi le gambe, è già ora di ripartire. A malincuore raggiungo gli altri passeggeri e salgo nel bus, salutando con lo sguardo il panorama unico di questo particolare luogo. Un ultimo colpo di clacson, il pi-po-pa del corno postale, a ricordarci il suo anniversario, mi distoglie dai miei pensieri, mentre il lago è già scomparso.
Come arrivare: da Sion, prendere il bus della linea 351 fino a Le Creux. Proseguire con la linea 352 fino alla diga di Tseuzier.
Info e orari: carpostal.ch
Testo: Pascale Stehlin
Foto: Fabian Hugo
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