Da due anni e mezzo, Delphine Morlier è Capo sezione Mobilità presso l’Ufficio federale dell’energia. D’origine bretone, la sua ricca carriera l’ha portata da Casablanca a Berna.
Essendo donna e francofona, Delphine Morlier non era necessariamente predestinata ad imporsi nell’ambito della mobilità, un settore d’attività in cui le donne restano ancora sottorappresentate. Tuttavia è riuscita a farcela ed è diventata una vera e propria specialista in materia. Originaria della Bretagna, ha raggiunto Losanna nel 1999, dove ha lavorato per Transitec, uno studio di progettazione ingegneristica. Dopo aver mosso i primi passi della sua carriera assolvendo diversi mandati in Romandia, specialmente per i tram ginevrini, e dopo aver lavorato per AutoPostale in varie funzioni, dalla pianificazione al management dell’innovazione, è partita per il Marocco per realizzare uno studio sul piano urbano del traffico di Casablanca e il suo agglomerato. Un vero battesimo del fuoco se si considera che questa città conta più di 4 milioni d’abitanti ed è confrontata con ingorghi notevoli. Stimolata dalle sfide e dai progetti ad ampio raggio, Delphine Morlier rammenta con gran piacere quell’esperienza: «Ricordo d’aver chiesto al mio responsabile d’allora che cosa avrei potuto intraprendere dopo un progetto di una simile dimensione, che resta raro nel mio ambito». L’ingegnera decide allora di ritornare in Svizzera con la sua famiglia e torna da AutoPostale come responsabile della regione di Berna.
Dal 2020, Delphine Morlier è a capo della sezione Mobilità all’Ufficio federale dell’energia (UFE), a Ittigen. Si occupa delle attività volte a promuovere l’efficienza energetica nel settore della mobilità, nell’ambito del programma SvizzeraEnergia. Attualmente, una gran parte del suo lavoro è focalizzata sull’elettrificazione del parco automobilistico. Ma come ha fatto ad arrivare nel settore della mobilità? «Dopo i miei studi, ho capito che non ero una ‹vera› ingegnera del genio civile, che avrebbe costruito edifici o strade. Associando l’urbanistica e l’aspetto ingegneristico, la mobilità offre un campo d’attività in cui si tiene conto dello sviluppo urbano e del comportamento umano. E questa dimensione umana è fondamentale per me e deve far parte del mio lavoro», spiega Delphine Morlier. Oggi sviluppa misure volontarie per favorire un risparmio d’energia e una graduale decarbonizzazione: «Cerchiamo d’incoraggiare tutti gli attori coinvolti a operare un cambiamento di comportamento, nell’ottica di una mobilità più rispettosa delle risorse a nostra disposizione».
Delphine Morlier è del resto una sostenitrice convinta della mobilità lenta. Ogni mattina, con qualsiasi tempo, si reca in bici sul posto di lavoro a Ittigen. «Sono cresciuta in un villaggio della Francia in cui dipendevamo molto dall’automobile. Ciò ha avuto su di me un certo effetto e mi ha convinta a non possederne mai una. Desideravo definire un modo di vita in cui non ne avrei avuto bisogno e ancora oggi non ne ho la necessità», ci spiega. Ha quindi scelto d’abitare in città e d’utilizzare regolarmente Mobility, i trasporti pubblici e la sua bici. Tuttavia, Delphine Morlier ha ben presente che ciò che conviene a lei, non per forza andrà bene a tutti gli utenti.
Quando le chiedo il suo avviso sull’assenza di donne nel suo settore d’attività, Delphine Morlier fa notare che ogni team ne uscirebbe vincente se la presenza femminile fosse maggiore. Ha però già notato dei cambiamenti incoraggianti rispetto ai suoi inizi nel mondo professionale, oltre 20 anni fa. Accoglie favorevolmente anche il fatto che delle donne attive in questi ambiti si raggruppino in rete. Contrariamente ad altre sue colleghe, l’ingegnera non ha avuto problemi a farsi strada: «Quando ho iniziato la mia formazione ingegneristica ero una delle poche donne. E ben presto mi sono abituata a ‹muovermi› in un ambiente prevalentemente maschile. Quest’aspetto mi ha forse aiutata in seguito», spiega la bernese d’adozione. E aggiunge che certamente ha avuto molta fortuna: «Nel corso della mia carriera, sono sempre stata sostenuta dai miei diversi responsabili, che mi hanno dimostrato fiducia e mi hanno attribuito delle responsabilità, permettendomi così d’accumulare esperienze e di progredire». A tutte coloro che si sentano ispirate dal suo percorso, ecco il suo consiglio da professionista: smetterla di chiedersi se si hanno le qualità o no prima d’assumere nuove responsabilità o di candidarsi per una nuova funzione. «Le donne tendono maggiormente a mettersi in questione, mentre un uomo si butta semplicemente e in un secondo tempo vedrà se ce la fa», conclude la nostra interlocutrice.
Testo: Pascale Stehlin
Foto: TCS
Delphine Morlier
Delphine Morlier dirige dal 2020 la sezione Mobilità presso l’Ufficio federale dell’energia (UFE) a Ittigen. Ingegnera INSA del genio civile e dell’urbanistica, possiede anche un DESS (diploma di studi superiori specializzati) in urbanistica e pianificazione territoriale, ottenuto alle università di Grenoble e di Vienna. Ha 48 anni, è perfettamente bilingue, vive a Berna e ha tre figli.
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