Dopo la scuola, alcuni ragazzi raggiungono il pumptrack mobile installato per tre settimane a Porrentruy. Nato su iniziativa della Fondazione Jura Bike Park, questo pumptrack itinerante di 60 metri è a disposizione dei comuni giurassiani interessati. La struttura in legno, rivestita di resina, si monta in poche ore. Tramite iscrizione, ogni città o villaggio del cantone può riservarla. Dietro le quinte di questa iniziativa c’è la Fondazione Jura Bike Park, che desiderava in tal modo sondare l’interesse dei giovani per il pumptrack, ma anche far conoscere il suo progetto di Bike Park a Porrentruy. E il successo non manca, vista l’affluenza registrata in questo lunedì pomeriggio. Concentrato, Séraphin
accumula i giri di pista con il suo monopattino, provando ogni volta ad aumentare la rapidità: «Ho imparato sul terreno e guardando gli altri, grazie al pumptrack mobile. Di solito prediligo la bici da corsa», spiega il 14enne. Per i non addetti ai lavori: il pumptrack è un circuito generalmente in asfalto con compressioni, dossi e curve paraboliche. L’obiettivo è quello di percorrere la pista senza pedalare, con qualsiasi mezzo munito di ruote o rotelle sfruttando solo la spinta del corpo. L’utilizzatore cerca cioè di influenzare la velocità del mezzo trasferendo il baricentro in avanti o all’indietro lungo tutte le ondulazioni del percorso, come se stesse pompando. È da qui che nasce il nome di pumptrack, poiché «pump» in inglese significa pompare. Dal 2019, questa disciplina è riconosciuta dall’Unione ciclistica internazionale (UCI). Basti dire che la città di Monthey accoglierà nel settembre dell’anno prossimo i Campionati del mondo di pumptrack sulla sua pista di 278 metri. La competizione verrà integrata per la prima volta nei Mondiali di Mountain Bike UCI, organizzati in tutto il canton Vallese.
Se i professionisti usano delle BMX o delle dirt bike durante le competizioni, è anche possibile praticare il pumptrack con il monopattino, i pattini a rotelle o in skateboard. E su questo pumptrack modulare, sono soprattutto i monopattini a marcar presenza. Come Kheiron, 14 anni, che in scioltezza ha appena effettuato un bunny hop. Questa figura consiste nel saltare sollevando il monopattino in aria, mantenendo saldamente i piedi sul deck. «Preferisco il monopattino alla bici perché è più facile da maneggiare e soprattutto più divertente», ci dice prima di proseguire nella ricerca della figura perfetta. A qualche metro di distanza, Lévy, dall’alto dei suoi 5 anni, si lancia a sua volta sul pumptrack con la due ruote. Va detto che ha avuto un buon maestro, dato che suo padre, Clément Schaffter, è membro dell’Associazione Jura Bike Park: «Con questa offerta mobile vogliamo incoraggiare la pratica della bici e dello sport in generale, in un ambiente sicuro, lontano dal traffico, e proporre un luogo d’incontro per i più giovani». Ora è cosa fatta. Accessibile gratuitamente, il pumptrack suscita gran entusiasmo fra i giovani e in questo pomeriggio autunnale bisogna talvolta armarsi di pazienza per evitare l’ingorgo… Ma tra i presenti c’è comunque un’ottima intesa. Proprio davanti a noi un ciclista si rivolge a un ragazzo con il monopattino: «Vai, ti lascio il mio posto!», prima di andare a prendere la sua borraccia per disidratarsi.
Non è un caso se il pumptrack ha il vento in poppa in Svizzera. L’impresa svizzera Velosolutions ha infatti contribuito molto alla sua diffusione. Il suo fondatore, Claudio Caluori, è stato il primo a costruire un pumptrack interamente in asfalto a Coira, nei Grigioni nel 2012. Leader del mercato, Velosolutions ha già progettato quasi 900 pumptrack in Svizzera, ma anche nel mondo intero. Leggenda della MTB, Claudio Caluori conferma la popolarità di questo svago ludico e sportivo al tempo stesso: «Il pumptrack ha già preso piede in Svizzera
e la domanda per questo tipo d’installazioni continua a crescere in maniera costante». E prosegue: «Il pumptrack si rivolge sia ai principianti che ai professionisti più temprati. Il freestyler, che ama fare figure impegnative e trovare nuove linee, il corridore esperto che vuole andare veloce o il principiante che desidera soprattutto divertirsi.
Ognuno trova ciò che desidera già dai primi giri ed è certamente ciò che spiega questo boom», si rallegra Claudio Caluori. Affermazioni che trovano conferma nel sorriso stampato sul viso di Simon. Il dodicenne è venuto qui a divertirsi sul pumptrack non appena è stato montato: «Mi piace soprattutto fare dei salti e questo percorso si presta benissimo con le numerose gobbe che ha». Molto intuitivo, il pumptrack è anche un eccellente mezzo per migliorare la propria tecnica, secondo Joachim Dovat, allenatore BMX presso Swiss Cycling: «La pratica del pumptrack migliora l’equilibrio, la coordinazione e la concentrazione. Inoltre permette ai praticanti di sentirsi più a proprio agio sui loro mezzi, una volta che tornano nel traffico».
Testo Pascale Stehlin Foto Olivier Vogelsang
Un nuovo Bike Park nel Giura
I lavori per il Bike Park inizieranno nella primavera 2025. Situata in frazione Banné, a Porrentruy, quest’area dedicata ai cicli si estenderà su 11 000 m2, ed ospiterà anche specie arboree della regione. Terminati i lavori, il sito giurassiano diventerà il più grande Bike Park della Romandia. La concezione dell’infrastruttura faro, un pumptrack di 240 metri, è affidata a Velosolutions. Flowtrail, jumpline, start hill, drop battery e skilltrail completeranno l’impianto. Verrà installato anche un airbag, ossia un enorme cuscino gonfiabile per attutire i salti e allenarsi così in sicurezza.
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