Il viaggio è più importante della meta. Se il detto è vero per i motociclisti che si divertono a far chilometri ed inanellare curve e controcurve, le cose possono cambiare per taluni quando si tratta di affrontare i 48 tornanti del Passo dello Stelvio. Il paesaggio è stupefacente e arrivare al Giogo è un must per i centauri ambiziosi, già solo per la sua fama. L’altitudine elevata (2757 m) e il susseguirsi di tornanti rendono l’esperienza una vera sfida per i motociclisti, che fa sudare anche i più esperti. Ma curve a 180 gradi più difficili non si trovano soltanto oltre confine bensì pure sui passi nostrani. I tornanti, soprattutto verso destra, sommano due difficoltà. Sono stretti e in pendenza. In discesa, questo ultimo fattore non disturba più di tanto, a meno che non siate piegati in avanti su una moto supersportiva con molto peso sui polsi e una libertà di movimento limitata per girare la testa. In salita, invece, alle manovre strette a bassa velocità si aggiunge la necessità di mantenere la moto in movimento. Cosa questa indispensabile, perché frenando fino all’arresto si rischia di ribaltarsi.
Nei tornanti valgono le stesse regole basilari di tutte le curve: regolare la velocità, ottimizzare la traiettoria in curva e guardare attentamente in avanti. Per quanto riguarda la traiettoria nelle curve a destra: occorre restare più possibile all’esterno, cioè a sinistra. Se si anticipa troppo la curva, e lo facciamo istintivamente, si raggiunge l’apice della stessa troppo presto, con il pericolo di finire addosso al traffico in senso opposto. Per quanto riguarda la gestione della velocità: i tornanti sono curve da prima marcia, anche se solitamente il rapporto corto serve quasi solo per partire. Se il motore risponde in modo troppo brusco, è utile ridurre ancora la velocità dosando la frizione. O con il freno posteriore: usato con moderazione, aiuta a stabilizzare la moto e a riaccelerare dolcemente nella ripartenza. Naturalmente, non tutte le moto si comportano altrettanto bene sui tornanti, ma poiché difficilmente si acquista una moto in base a questo criterio, l’unica possibilità è la pratica (ad es. in un parcheggio). Se riuscite a fare le manovre di svolta dentro due stalli di parcheggio, potete avventurarvi sullo Stelvio, sul Balmberg e via dicendo.
Foto: Horst Rösler
Grafica: TCS
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Nell’affrontare le curve in tutta sicurezza occorre essere consapevoli della difficoltà che questa manovra pone al motociclista.
Allenarsi con i professionisti
del TCS
In media, i motociclisti cavalcano sempre meno la due ruote. Con il tempo anche i più rodati finiscono per perdere la mano. Ed è qui che i corsi specializzati del TCS tornano utili. Ad esempio «Moto WarmUp», perfetto per spolverare le gomme sull’asfalto dopo la pausa invernale. Oppure, se si hanno buone basi, la giornata «Moto: guidare in curva» sulla pista di Lignières è l’occasione per affinare la tecnica e lavorare sui dettagli critici. «Moto: guida su strada», invece, è il completamento ideale con analisi delle riprese video nel traffico per ottimizzare stile di guida e traiettoria.
Doni sotto l’albero
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